L’edificio è stato realizzato nel 1959 su progetto di Giovanni Michelucci. L’intervento di restauro ha riguardato la facciata su via Zamboni in mattoni con profilature in cemento armato con un portico caratterizzato da basamenti in lastre di marmo bianco.
La superficie si presentava coperta, nella parte alta, da spessi depositi superficiali parzialmente aderenti alla superficie; le parti cementizie presentavano concrezioni anche di notevole spessore. Nella parte bassa del portico erano invece presenti numerosi graffiti.
Si è proceduto con un lavaggio con acqua a pressione controllata sul prospetto in formelle di cotto, dopo aver trattato i mattoni con un opportuno biocida nebulizzato sulla superficie e successivamente risciacquato. Le piccole mancanze sono state stuccate con una malta a base di grassello di calce, sabbia e polvere di cotto, compatibile per composizione e granulometria all’originale. Come fase finale del restauro è stato eseguito un trattamento idrorepellente silossanico a spruzzo.
Per la rimozione delle scritte e dei graffiti presenti sotto al portico è stato necessario approfondire la pulitura con l’applicazione localizzata di solventi, rimotori gelificati e microsabbiatura con inerti vegetali. Sulle lastre di marmo sono state eseguite delle vere e proprie ricostruzioni con una malta a base di grassello di calce e polvere di marmo la cui granulometria e cromia è stata selezionata perché fosse il più possibile conforme all’originale.
L’intervento ha previsto anche la sperimentazione di un protettivo nanotecnologico in corrispondenza del rilievo scultoreo in conglomerato, sperimentazione condotta in sinergia con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna.
28 Gennaio 2016
Restauro