La Chiesa Rettoria di San Giuseppe dei Falegnami sorge nel cuore di Roma, dalle pendici del Monte Capitolino si affaccia sul Foro Romano e poggia sopra il Carcere Mamertino, dove furono rinchiusi San Pietro e San Paolo accordando al luogo un valore di sacralità e di importanza storico culturale. La chiesa fu eretta tra il 1597 e il 1663, secondo il progetto dell’architetto Giovan Battista Montani per conto della congregazione di lavoratori del legno nata nel 1397.
Il 30 agosto 2018 il soffitto ligneo a cassettoni dorato, opera unica dei maestri intagliatori realizzato tra il 1611 e il 1613 composta da più di trenta elementi seriali diversi, veniva, per i suoi due terzi, travolto e schiacciato sul pavimento dell’aula a causa dell’improvviso cedimento di parte della copertura.
Nel corso della prima fase di messa in sicurezza e catalogazione è stato possibile recuperare circa il 50% degli elementi decorativi seriali e la quasi totalità (circa il 90%) delle sculture.
Il multiforme lavoro di restauro e ricostruzione della copertura e del soffitto ligneo decorato ha visto nascere un’attiva e dinamica collaborazione tra varie professionalità come tra enti pubblici e privati. Dalla ricostituzione della configurazione architettonica e strutturale originaria del tetto che integra un innovativo sistema di rinforzo e di gestione del microclima interno, al complesso processo di recupero e catalogazione delle macerie che ha richiesto la creazione di un sistema ad hoc di organizzazione e gestione del lavoro e degli spazi ma anche un modello originale per l’elaborazione e la documentazione dell’intervento; fino alla definizione e attuazione delle più adeguate e compatibili tecniche di restauro per la pulitura, il consolidamento e la reintegrazione dei pezzi decorati. Operazioni, queste, propedeutiche alla fase di ricostruzione e ricomposizione del “vuoto” parziale lasciato dal crollo, la più importante sfida del progetto, che ha richiesto il supporto di una manodopera artigiana per il recupero delle tecniche tradizionali, oltre che per la produzione di parti realizzate ex-novo, perché irrimediabilmente perdute, ponendo questioni metodologiche nella soluzione dell’integrazione tra antico e nuovo. Il lavoro di ricostruzione è stato affiancato da un modello digitale 3D dell’originale, nato dall’acquisizione di una nuvola di punti tramite laser scanner e perfezionato in ambiente BIM, strumento che si è rivelato fondamentale per una corretta anastilosi e un inaspettato vantaggio nel perseguire i principi e gli obiettivi del restauro). Il progetto, infine, ha applicato protocolli indirizzati alla sostenibilità ambientale, dalla scelta dei materiali alla gestione del cantiere, dimostrando come sia possibile la nascita di un dialogo tra tradizione, innovazione e sviluppo per le sfide future nella conservazione dei beni culturali.
Visita il sito https://www.sangiuseppedeifalegnami.org/
L’intervento in corso è condotto su incarico dell’ARCICONFRATERNITA DI SAN GIUSEPPE DEI FALEGNAMI, con il progetto e la direzione lavori dello Studio Croci & Associati (Ing. Alessandro Bozzetti), l’Alta Sorveglianza della SOPRINTENDENZA SPECIALE ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO DI ROMA (Soprintendente Arch. Francesco Prosperetti, Dott.ssa Marta Baumgartner, Arch. Oliva Muratore, Dott. Aurelio Urciuoli) e dell’I.S.C.R. ISTITUTO SUPERIORE PER LA CONSERVAZIONE ED IL RESTAURO (Direttore Dott. Luigi Ficacci, Restauratore Dott. Paolo Scarpitti). Gli interventi d’ambito OG2 sono condotti dall’impresa G.E.R. S.R.L. di Roma.
22 Febbraio 2021