Il Palazzo dell’Archiginnasio fu costruito nella seconda metà del XVI secolo come sede stabile dell’Università, fondata nel XI secolo. La prima struttura del Teatro anatomico risale proprio al 1595 ed era ubicato nella sala adiacente all’attuale.
Gran parte delle vicende conservative sono legate al secondo conflitto mondiale quando, a seguito del bombardamento del 29 gennaio 1944, il Teatro Anatomico venne interamente ricostruito, riutilizzando le macerie recuperate ed inserendole in quelle nuove, rifatte identiche e dello stesso materiale. L’architetto Alfredo Barbacci con la collaborazione del prof. Vincenzo Gabelli fu alla direzione dei lavori di ricostruzione del teatro dell’Archiginnasio. Il Barbacci ritenne scientificamente corretto questo fedele ripristino delle parti andate distrutte per il numero e l’integrità dei pezzi superstiti.
Il Teatro è ubicato all’interno del Palazzo dell’Archiginnasio nel centro storico di Bologna. Le decorazioni vennero terminate intorno alla metà del XVII secolo. A questa fase risale il soffitto a lacunari con le sculture lignee di Apollo, dio della Medicina, al centro e intorno figure simboliche di costellazioni. Tra il 1733 ed il 1736 il Teatro Anatomico venne rinnovato con una serie di statue dei più noti medici dell’antichità e dell’Università di Bologna, opera di Silvestro Giannotti, mentre i due reggi baldacchino detti gli “Spellati” sono di Ercole Lelli.
Il Teatro ha subito numerosi interventi nel corso del tempo, il più ingente dei quali risale alla ricostruzione operata a seguito dei danni bellici della metà del secolo scorso. Proprio in quella occasione sono state eseguite numerose reintegrazioni, necessarie al fine di ricostruire l’intero apparto decorativo pesantemente compromesso dai bombardamenti. Tutte le superfici pur presentando integrazioni effettuate con essenze lignee identiche a quelle originali, abete per la struttura e cedro per le statue, erano state uniformate mediante trattamenti superficiali con gomma-lacca e vernici bituminose che dovevano avere il compito di preservare l’opera. Questi trattamenti hanno creato una patina superficiale che ha funzionato come collante facendo aderire all’opera polveri e depositi di sporco.
L’intervento di restauro e i successivi interventi manutentivi hanno avuto una duplice finalità: in primo luogo la conservazione delle superfici lignee ed in secondo luogo, sul piano estetico, ricreare l’originaria uniformità cromatica dell’intero apparato decorativo che le alterazioni nel tempo avevano interrotto. La pulitura ha rappresentato quindi l’operazione che meglio delle altre ha realizzato questa duplice finalità conservativa ed estetica. Sono naturalmente seguite operazioni con fini più esplicitamente manutentivi, come il trattamento disinfestante dagli insetti xilofagi o la protezione finale con cera microcristallina. Il restauro ha interessato non solo la struttura lignea ma anche l’apparato decorativo con le sculture inserite in nicchie dorate e gli stemmi dipinti e si è articolato in operazioni diverse a seconda della necessità del singolo manufatto.
Committente: Comune di Bologna
Direzione lavori: Arch. Manuela Faustini Fustini
14 Aprile 2017
Manutenzione